Cosa determina i rendimenti?
Le variabili da cui dipende il successo di una strategia d’investimento:
- L’andamento dei mercati
- La composizione del nostro portafoglio d’investimenti
- I comportamenti che assumiamo
1 -L’andamento dei mercati, nel loro insieme, è
del tutto indipendente dalla nostra volontà, estremamente difficile da
prevedere, anzi possiamo tranquillamente dire che sia imprevedibile, e quindi
del tutto al di fuori del nostro controllo.
Tutti gli anni durante il mese di dicembre fioccano le
previsioni per l’anno successivo riguardo alla crescita economica, l’andamento
dei cambi, dell’inflazione, dei tassi, ecc ad opera di istituzioni internazionali
(Banche Centrali, Fondo Monetario Internazionale, Nazioni Unite, Unione
Europea, ecc), a cui si aggiungono quelle relative all’andamento dei mercati
azionari e dei vari asset finanziari (che si tratti di azioni tecnologiche,
petrolio, obbligazioni governative, ad alto rendimento o dei mercati emergenti,
ecc) ad opera di case d’investimento, banche e organizzazioni varie.
Per lavoro leggo numerose di queste previsioni e ogni anno mi stupisco di quanto nei mesi successivi si rivelino limitate, inesatte e spesso del tutto lontane dalla realtà. L’esempio più lampante e vicino a noi lo troviamo nelle previsioni fatte a fine 2019 per il 2020. Nessuno si era nemmeno lontanamente sognato quello che poi è successo, rendendo vane tutte le congetture sulla crescita di economie, utili aziendali, mercati e settori. E ancora, una volta che la pandemia ha colpito l’occidente e i mercati mondiali sono crollati tra metà febbraio e metà marzo, nessuno ha previsto, né tantomeno ipotizzato, la ripresa che si è poi realizzata.
Per questo motivo
basare le proprie scelte d’investimento sulla convinzione che i mercati nel
breve periodo saliranno, scenderanno, che si muoveranno lateralmente o andranno
al bar a prendere un cappuccino, ha poco senso e spesso fa più male che bene.
Tentare di azzeccare il momento giusto per entrare o uscire dal mercato (in
gergo fare market timing) è un
esercizio che ha pochissime probabilità di successo e in questi casi è più
dettata dalla fortuna che da altro.
In definitiva, l’andamento dei mercati e il momento in cui si investe hanno un peso rilevante sull’andamento dei nostri investimenti solo nel breve periodo.
2 - le scelte in merito alla composizione del nostro portafoglio.
Al suo interno possiamo distinguere tre differenti aspetti.
Il primo è la scelta
di assumersi più o meno rischio (ricordate
che “non esistono pasti gratis”), decisione
totalmente soggettiva e che va definita in base ai propri obiettivi, all’orizzonte temporale entro cui vogliamo
raggiungerli e alla nostra personale tolleranza
al rischio. La definizione di questi 3 punti rappresenta le fondamenta su
cui costruire la pianificazione dei nostri investimenti e dovrebbe essere
affrontata con grande attenzione e scrupolo. Senza solide fondamenta non
possiamo costruire nulla di duraturo.
Il secondo aspetto è
la scelta degli strumenti che
comporranno il nostro portafoglio e dovranno permetterci di raggiungere i
nostri obiettivi, entro l’orizzonte prefissato (facendoci dormire sereni di
notte). Può trattarsi di singoli titoli azionari e obbligazionari (quindi con
una componente di rischio maggiore dovuta ad una minore diversificazione), di
fondi o altri strumenti a gestione attiva (che riducono il rischio investendo
in una molteplicità di titoli delegando questa scelta ad una società
d’investimento), di fondi indicizzati (strumenti diversificati come e più dei
fondi attivi, che replicano semplicemente l’andamento di un mercato senza
alcuna scelta riguardo ai titoli su cui puntare) oppure di strumenti più
complessi come i certificati o i derivati (e quindi da utilizzare solo con
cognizione di causa).
Il terzo aspetto ha a
che fare con i costi. Visto che i
costi degli strumenti che abbiamo in portafoglio incidono direttamente sul loro
rendimento, maggiori saranno i costi e minori i rendimenti. A tal proposito è
importante valutare se si preferisce affrontare il problema del conflitto d’interesse verificando che i costi
degli strumenti siano adeguati alla loro qualità o se eliminare il problema
alla radice adottando la consulenza a parcella.
Diversamente dall'andamento dei
mercati, su cui non abbiamo alcun controllo, le scelte relative alla
composizione del portafoglio d'investimenti dipendono interamente da noi.
Partendo dalle nostre esigenze, dai nostri obiettivi e dalle nostre
peculiarità (tolleranza alla volatilità e orizzonte
temporale) dobbiamo, possibilmente con l'aiuto di un professionista,
decidere quanto rischio assumerci, che strumenti inserire in portafoglio e
valutarne attentamente qualità e costi.
3 - L’ultima variabile è quella legata ai comportamenti: quel che facciamo dopo
aver investito i nostri risparmi.
Una volta che abbiamo individuato i
nostri obiettivi e definito un piano per raggiungerli nei tempi stabiliti
dovremmo sederci in poltrona e attendere, effettuando periodicamente qualche
piccola correzione.
Spesso invece seguiamo con spasmodica
attenzione l’andamento dei nostri investimenti, magari tutti i giorni. Farlo ci
crea ansia e ci spinge a voler continuamente intervenire per cambiare questo o
quello. Senza che siano cambiati i nostri obiettivi o le tempistiche entro cui
raggiungerli. Senza che siano intervenuti degli stravolgimenti nelle condizioni
di mercato. Semplicemente perché siamo esseri umani e stare a guardare la
vernice che asciuga o l’erba che cresce sono attività che non ci si addicono.
I comportamenti rappresentano la differenza fra il rendimento dell’investimento e il rendimento per l’investitore:
Per avere successo negli investimenti
(che sono ben diversi dalla speculazione e dal trading) bisogna avere pazienza
ed è necessario un certo (molto) distacco emotivo. Prendere decisioni riguardo
ai nostri risparmi richiede tempo, raziocinio e mente lucida. Non è un’attività
da svolgere in preda alle emozioni.
Tutti sappiamo che per guadagnare
bisogna comprare quando i prezzi sono bassi e vendere quando sono alti.
Semplice!
Sì, ma non facile.
Tanto che molto spesso accade il
contrario:
In conclusione, siamo spesso convinti che i rendimenti dei nostri investimenti siano determinati in modo quasi esclusivo o molto rilevante dall'andamento dei mercati. Come abbiamo visto, ciò è vero solo nel breve periodo. Sul lungo periodo ciò che conta veramente sono le nostre scelte e i nostri comportamenti.
Per questo motivo il momento in cui si investe alla lunga ha un peso molto ridotto sui risultati che otterremo.
Investire dovrebbe donarci
tranquillità, la tranquillità che nasce dal sapere che abbiamo un piano, che
abbiamo dato un nome e cognome ai nostri risparmi - le piccole o grandi rinunce
che faccio tutti i giorni - e che con il tempo quelle rinunce ci permetteranno
di fare il viaggio dei sogni fra 5 anni, comprare casa fra 10, ritirarci dal
lavoro 3 anni prima del previsto o vivere senza rinunciare al nostro tenore di
vita una volta in pensione, scegliete voi.
Se
l’investimento invece che serenità genera in voi ansia… beh, state sbagliando
qualcosa.
E se
continuate ad agire come avete sempre fatto, otterrete sempre gli stessi
risultati.
È il caso di cambiare qualcosa.
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